Iter, il nuovo concept album di Calgolla

Iter, il nuovo concept album di Calgolla

E’ disponibile su store e piattaforme di streaming Iter, il nuovo album della band alt-rock Calgolla, pubblicato da Vina Records e distribuito da Believe.

Iter, l’ultimo concept album di Calgolla, è un viaggio sonoro intenso e stratificato all’interno delle contraddizioni della condizione umana contemporanea.

Con un linguaggio musicale che combina alt rock, post-rock, post-punk, spoken word e incursioni nella performance art, il gruppo costruisce un’opera complessa che sfugge a ogni definizione semplice.

Il disco affronta temi come la migrazione, la trasformazione interiore, l’alienazione sociale, il collasso ecologico e il senso di perdita, stratificando testi e sonorità in una narrazione coerente ma frammentaria, come il tempo che racconta.

I testi sono tratti e adattati da Viaticus, graphic poem scritto dal cantante insieme all’artista visivo Giacomo Della Maria, riplasmati per aderire a paesaggi sonori tesi, densi e visionari.

Le nove tracce di Iter formano così un viaggio che attraversa lingue, stili e stati d’animo diversi, come tappe di un percorso iniziatico che riflette la precarietà della vita moderna. Un album che si rifiuta di offrire risposte, ma invita all’immersione, all’abbandono e alla trasformazione attraverso l’ascolto. É un’esplorazione meditativa e multistrato della trasformazione, della percezione e della resilienza nella realtà frammentata della vita moderna. Con nove tracce e diverse lingue, Iter (“viaggio” in latino) attraversa paesaggi interni e geopolitici, sacri e profani, stratificando spoken words e collage sonori in un’esperienza profondamente espressiva. Le chitarre tessono trame ora eteree ora abrasive, mentre la sezione ritmica costruisce un’ossatura pulsante che sostiene e amplifica l’atmosfera evocativa di ogni pezzo. Iter non si limita a raccontare il disfacimento del nostro tempo, ma tenta di farlo vivere, immergendo l’ascoltatore in un flusso emozionale che sfuma i confini tra sogno e incubo, tra meditazione e caos.

MORNING STAR L’apertura del disco è un atto rituale: “Morning Star” è un canto di distruzione e rinascita, intriso di simbolismi alchemici e riferimenti esoterici. La nigredo, primo stadio della trasformazione, viene evocata attraverso suoni ruvidi e tensioni sussurrate, in un crescendo che prepara alla discesa nei mondi interiori. Il brano dà il tono a ciò che verrà, fungendo da seme concettuale dell’album: migrazioni, esplorazioni più o meno astratte del disfacimento delle false illusioni. Lingua: Inglese

ITER La title track è un torrente viscerale di immagini contaminate e riverberi emotivi. Inquinamento industriale e catastrofi interiori si mescolano in un viaggio lirico che alterna introspezione e osservazione esterna, descrivendo il conflitto eterno tra rassegnazione e resilienza. Ogni convinzione viene messa alla prova, in un ambiente sonoro duro e stratificato. Questo brano sembra il crocevia in cui si incontrano la disperazione e la speranza, in un paesaggio duro e incerto che abbiamo creato noi stessi. Lingua: Inglese

ERDELOSE PFLANZE Una visione desolata di un mondo che ha perso il legame con la sua stessa origine naturale. “Erdelose Pflanze” evoca paesaggi tossici e distopie post-pandemiche, in cui la natura e l’uomo sono entrambi in lotta per sopravvivere, alienati e senza radici. La “pianta senza terra“ è una metafora della sensazione di essere slegati, alienati dalla terra stessa che dovrebbe nutrirci. Una litania moderna per tempi senza futuro. Lingue: Tedesco, Inglese

FRANTIC MOVEMENT Un brano il cui ritmo imita la tensione dello spostamento, evocando immagini di corpi in movimento forzato, in transito sulle rotte della sopravvivenza. Il mare qui è barriera e abisso, speranza, soglia e condanna, che trasporta identità frammentate e storie dimenticate. L’inquietudine è palpabile, come un battito cardiaco accelerato. Merci umane forzate alla mobilità, inghiottiti da confini, mercati e sistemi di controllo.

Lingua: Inglese

CALM WAVES Offre un breve momento di introspezione, in cui l’ascoltatore è invitato a lasciarsi attraversare da impressioni, emozioni, sensazioni fisiche. Il brano sembra una lenta deriva, una battaglia psicologica tra il comfort del conosciuto e il terrore dell’ignoto. È un momento di relativa quiete all’interno del disco, che culla l’ascoltatore in un falso senso di sicurezza, un’ascesa verso la chiarezza, per poi destabilizzarsi di nuovo.

Lingue: Inglese, Francese

THE PUPPETEER Una fiaba gotica in forma di canzone. La burattinaia che tira i fili diventa metafora della perdita di autonomia e della manipolazione sottile che permea la nostra epoca, attraverso immagini surreali e ripetizioni simili a filastrocche, che compongono un paesaggio emotivo deformato e perturbante. La giustapposizione di motivi infantili e riferimenti all’aldilà crea uno spazio di tensione tra innocenza e malinconia, racconta la perdita del controllo e la consapevolezza della mortalità, in un crescendo che culmina in un addio distaccato al mondo. Lingua: Inglese

PUPILLA DIGITALE Un’invettiva contro il controllo digitale e la spersonalizzazione tecnologica. Suoni rigidi, ripetitivi e alienanti raccontano una società osservata e sorvegliata, dove l’individualità è sacrificata sull’altare dell’efficienza algoritmica. Sorveglianza, identità digitale e collasso ecologico si intersecano in un poema di angoli e schermi. La ripetizione meccanica e i ritmi claustrofobici della canzone rispecchiano la fredda logica di una società tecnologizzata, dove persino le apocalissi vengono estetizzate. Il brano racconta un’umanità spiata, controllata e banalizzata come oggetto di consumo. Una danza claustrofobica dentro il panopticon contemporaneo. Lingua: Italiano

ZENOBIUS I,16 Un viaggio psichedelico tra i meandri della memoria e il contrasto con il tempo presente. Tra echi di saggezza antica e visioni disarticolate di dipendenza e disgregazione corporea, il brano si dipana come un sogno febbrile. Chitarre eteree e ritmi spezzati sostengono una narrazione sospesa tra mondo interno ed esterno. Gli antichi proverbi greci si infrangono contro il rumore moderno delle dipendenze e della decadenza materiale, in una composizione eterea che sembra dissolversi in impulsi e frammenti di coscienza. Una tensione continua tra ciò che eravamo e ciò che stiamo diventando.

Lingue: Inglese, Greco antico

DICOTOMìAS Il brano finale chiude il cerchio con una riflessione poetica sulla dualità dell’esistenza. Le lingue si intrecciano, i contrari si sfidano e si abbracciano, evocando un messaggio di speranza fragile ma ostinata. Parla dell’equilibrio tra gli opposti e dell’eterna ricerca umana dell’equilibrio. Il brano offre un messaggio sottile ma pieno di speranza sull’unità, canta la lotta quotidiana per mantenere l’equilibrio in un mondo sbilanciato, lasciando intravedere una speranza fragile ma caparbia, come un lume che resiste nel buio. La poesia, in siciliano, del poeta Ignazio Buttitta evoca la lotta comune e una struggente solidarietà di fronte alle avversità, mentre una fragile speranza si insinua nel tessuto sonoro crepuscolare. Lingue: Spagnolo, Siciliano