Cuore Leggero, il nuovo album di Manupuma

Cuore Leggero, il nuovo album di Manupuma

E’ disponibile su store e piattaforme di streaming Cuore Leggero, il nuovo album di Manupuma, prodotto da Taketo Gohara.

Dopo l’esordio che l’ha consacrata come una delle realtà più originali della scena musicale femminile, Manupuma torna con un nuovo album autoprodotto che include canzoni recenti e brani già registrati in passato, ripresi e ricantati per questa nuova release.

Cuore Leggero è scritto insieme a Michele Ranauro, in arte De Maestro, musicista e produttore raffinato di stampo jazz, al fianco di Manupuma sin dagli esordi. La produzione è affidata invece a Taketo Gohara, produttore e arrangiatore nipponico che da anni lavora con alcuni dei più grandi artisti della scena musicale italiana da Brunori Sas a Elisa, da Biagio Antonacci a Motta passando per Negramaro e Capossela con il quale vanta una collaborazione consolidata.

 

Registrare questo nuovo album è stata un’esperienza molto importante per me, avevo brani che avevano l’urgenza di nascere, ho lavorato con persone e in luoghi molto positivi e Taketo Ghoara è stata la persona migliore che potessi incontrare, mi ha aiutata a capire come dare forma ad un album che si compone di brani molto diversi tra loro, mi ha spinto ad includere canzoni che avevo registrato anni prima, dove la tessitura e il timbro della mia voce cambiano, dove il mio sperimentare con la voce si inerpica, si rompe, diventa metallo, tra dolore e innocenza, tra profondità e leggerezza. Mi sono sentita nuda nel ricantare questi brani ma ho ritrovato una parte importante della mia essenza artistica.

Produrre questo lavoro è stata una necessità vitale, stare in studio, scrivere del mondo che la mia testa immaginava mi ha aiutata a uscire da un momento difficile. Scrivere di foreste, di sorellanza, di speranza e disincanto ha chiuso molte ferite. La musica è il mio nutrimento e mi ha aiutata ad evolvere come essere umano, come cantante e performer. Manupuma

                                                                                                                             

Continuo a far dischi perchè mi fanno emozionare.

Continuo a far dischi perchè ho la fortuna di lavorare con artisti che mi tirano fuori l’innocenza perduta.

Uno di questi è il disco di Manupuma.

Quando ascoltai i provini rimasi molto colpito e le proposi subito di fare un disco.

Abbiamo chiamato musicisti pazzeschi: al pianoforte Michele Ranauro anche coautore, Alessandro Stefana alle chitarre, basso elettrico e tastiere, Niccolò Fornabaio alle batterie e percussioni, Filippo Pedol al contrabbasso, ai fiati Mauro Ottolini mentre gli archi sono arrangiati da Stefano Nanni….   insomma un dream team.

Faccio dischi anche per poter ascoltare Maestri di questo calibro, soprattutto oggi dove spesso i dischi si fanno in solitudine davanti ad un computer.

Sono sempre riconoscente verso gli artisti che scelgono me per fare un album.

Sono fortunato per aver condiviso gioie, paure, incertezze con Manupuma.

Cuore Leggero è un disco pieno di umanità, fatto di amore e errori.

Un disco sincero e spontaneo. Taketo Gohara

                                                                                                              

In questi anni Manupuma ha lavorato molto su sè stessa e sull’alleggerire le vicende della vita, non sempre gentile, da questo prende ispirazione per il titolo dell’album Cuore Leggero.

Nove tracce nelle quali si condensano paura, speranza, oscurità, luce, risvegli.

La tracklist apre con “Pioggia”, vissuta come elemento taumaturgico che tutto sana, terra ma anche anima, basta aprire il cuore e sentirla, lasciarsi attraversare dalla natura che è sempre amore. La pioggia cade su tutti, buoni e cattivi, santi e assassini e si spera che porti un nuovo sentire e una nuova visione con la calma e la luce dopo il temporale.

Si passo poi a “Chinatown”, brano anticipato da “Le luci di Chinatown” e dal suo remix, sperimentazioni sonore del brano originale, omaggio ad un quartiere che Manupuma ha adorato e vissuto in diverse parti del mondo. Chinatown non è visto solo come luogo fisico ma come linea di confine che se oltrepassi tutto può cambiare. Chinatown è integrazione e speranza.

La traccia numero tre è “Neve”, una canzone che descrive quel tipo di amore che, una volta incontrato, rimane per sempre dentro di noi. Incontri karmici che per loro natura sono più forti e quando si chiudono è come se una parte morisse con loro ma, in realtà è il contrario.

La tracklist prosegue con “Vorrei”, un brano che prende spunto dal bellissimo film di Emir Kusturica Gatto Nero, Gatto Bianco, parla di gelosia e Manupuma affronta l’argomento dal punto di vista di una gitana radiosa e spiritosa perché “La vita è una follia che ti sorprende quando scappi via”. Taketo è un alchimista nel creare chimica tra suoni e creare mondi, in “Vorrei” gioca con ritmiche balcaniche, tromboni e trombe.

“Petra” invece è una canzone che parla di amicizia e di sorellanza, un inno alla bellezza della fragilità. È un brano sulle donne ma prima ancora del femminile parla del femmineo, lo stato psicologico che non appartiene solo alle donne ma è un’attitudine alla dolcezza. Un amore più ampio.

“Petra” insieme a “Vorrei” e “Chinatown” sono i brani dove Manupuma rivendica il suo modo di scrivere ritmico e veloce e dove il cinema e il teatro diventano elementi imprescindibili della fase compositiva.

Durante la pandemia Manupuma decide di utilizzare alcuni dei suoi brani inediti per progetti trasversali e “Nucleare”, traccia numero sei, è uno di questi. Esce nel 2020, per sostenere un progetto benefico della Fondazione Rava, ed è cantato in coppia con Arisa, amica di Manupuma. Me ne sono innamorata al primo ascolto ed ho pensato che fosse il nitido manifesto di alcuni degli aspetti di questo tempo. Che la vita continui senza pericoli e paure, perché solo negli occhi di un bambino troveremo sempre l’amore vero ad indicarci la strada (Arisa, Corriere della sera).

L’album ospita la versione in cui è Manupuma a cantare l’intero brano.

Si passa poi a “Foresta Verde”, metafora di un viaggio interiore che porta alla rinascita. Uno spazio dell’anima e per l’anima, un sostegno per affrontare, senza paura, le difficoltà ma anche un simbolo che vede la natura primordiale riprendere i propri spazi. Un racconto in musica in cui Manupuma sottolinea l’importanza e la libertà dell’essere se stessi, senza pregiudizi ma anche il desiderio di inclusione e self expression. Valori che rimettono al centro l’uomo e il suo rapporto con la natura. Sonorità delicate, nate dopo due anni di lavoro e ricerca interiore, creano foreste mischiandosi con la sezione d’archi arrangiata da Stefano Nanni con il quartetto Edodea di Edoardo De Angelis.

“Onde”, traccia numero otto, è una poesia blues, un racconto e un invito a lasciarsi andare a pensieri bellissimi. Il brano unisce Manupuma e Michele Ranauro, coautore, alla ricerca da cui erano partiti per scrivere “Charleston” a cavallo tra il jazz e il blues di un vecchio cabaret senza tempo.

“Onde” come “Nucleare” sono lasciati in versione demo, due bonus track acustiche.

A chiudere la tracklist troviamo “Polvere” brano che esprime musicalmente e vocalmente il riflesso dell’anima, un “grido” dolce di dolore che si aggrappa alla musica, spezzandosi, ritrovandosi, trasformandosi assieme alla melodia.

Un brano che Manupuma dedica a suo padre che non c’è più.

“Foresta Verde”, “Polvere”, “Onde”, “Nucleare” e “Neve” sono brani più spirituali. Manupuma chiama l’acqua, il vento, la polvere, la neve e li usa come elementi salvifici per ripulire l’anima come in un’iniziazione sciamanica.

Nei testi Manupuma utilizza parole e assonanze poco comuni che non mancano mai di suonare ironiche e leggere e al tempo stesso intense e profonde, sorretti dall’uso molto consapevole di una voce sempre in equilibrio sul filo dell’emozione e capace di regalare intensità ad ogni brano. Una scrittura che attinge da un universo mistico dove esseri e natura, spirito e materia, mente e corpo sviluppano connessioni nella continua ricerca di armonia e equilibrio.